Labor

“L’impoveritore della classe lavoratrice”: massicce mobilitazioni in Argentina contro Milei

“Un’altra Argentina è possible”: mobilitazione in Plaza de Mayo contro le politiche di Milei
Una massiccia mobilitazione ha riunito in Plaza de Mayo sindacati, movimenti sociali e organizzazioni per i diritti umani. Sottolineando l’unità nella resistenza e la richiesta di giustizia sociale con lo slogan “Un’altra Argentina è possibile”, l’obiettivo dell’evento era denunciare le politiche economiche e sociali del governo di Javier Milei.

Una giornata nazionale di lotta, quella di giovedì 5 dicembre, in cui i sindacati, i movimenti sociali e le organizzazioni per i diritti umani hanno riempito Plaza de Mayo dando dimostrazione di forte unità. Convocata dalla CTA (Central de Trabajadores de la Argentina, Centrale dei Lavoratori dell'Argentina), da vari sindacati e organizzazioni popolari, la mobilitazione ha espresso il rifiuto del modello economico e sociale del governo di Javier Milei.

Laura Vales, in una colonna di Página 12, ha evidenziato che la manifestazione è il risultato di tre mesi di dialoghi tra settori opposti che mirano a costruire un “soggetto collettivo” per combattere il governo libertario.

I leader dell’evento, tra cui Hugo Yasky e Hugo Godoy, hanno accusato Milei di perpetuare un modello che arricchisce le élite, mentre la povertà e l’indigenza aumentano. Yasky ha affermato che “i padroni del potere economico stanno saccheggiando la ricchezza dell’Argentina, mentre ai lavoratori viene negato il pane”, e che questi ultimi diventato sempre più poveri. Godoy, dal canto suo, ha denunciato che le grandi istituzioni finanziarie “sostengono un sistema che depreda la ricchezza nazionale a scapito della nostra sofferenza”.

Il documento letto nella piazza, condiviso da Indymedia Argentina Trabajadoras/es, ha condannato la soppressione dello stato sociale di diritto e l’avanzata delle politiche neoliberiste con il pretesto di raggiungere il “deficit zero”. Le organizzazioni hanno sottolineato che queste misure rappresentano un tentativo di ricatto per smantellare la giustizia sociale e sottomettere le istituzioni agli interessi del Fondo monetario internazionale.

Sebbene la CGT (Confederación General del Trabajo de la República Argentina, Confederazione Generale del Lavoro della Repubblica Argentina) non abbia partecipato ufficialmente, alcuni dei suoi sindacati erano presenti insieme a organizzazioni sociali come l’UTEP (Unión de Trabajadores y Trabajadoras de la Economía Popular) e ai “curas villeros” (i sacerdoti dei quartieri popolari, le villas, e delle periferie urbane argentine), che hanno svolto una preghiera ecumenica a supporto delle mense comunitarie e delle persone in pensione. Anche i leader dei diritti umani, tra cui Adolfo Pérez Esquivel e Taty Almeida, si sono uniti alla protesta, denunciando le politiche di austerità come un attacco alla memoria, alla verità e alla giustizia.

Il dispiegamento della polizia, supervisionato dalla ministra Patricia Bullrich, comprendeva posti di blocco e manovre dissuasive che, secondo un rapporto di Página 12, erano mirate a intimidire i manifestanti, in particolare le donne picchettatrici. 

La protesta ha evidenziato la varietà dei settori colpiti dalle politiche governative: dai docenti e lavoratori statali, ai piccoli agricoltori e agli studenti universitari. José Testoni, leader della CTA di Santa Fe, ha dichiarato: “La resistenza esiste, ma manca una chiara soluzione politica. Tuttavia, dobbiamo continuare a mobilitarci per impedire che la rassegnazione prenda il sopravvento”.

La giornata è stata considerata un momento cruciale, tanto più in un anno segnato da grandi mobilitazioni contro il governo di estrema destra. Secondo Radio Gráfica, le organizzazioni hanno ribadito il loro impegno per la giustizia sociale e hanno annunciato nuove azioni per mantenere viva la resistenza e costruire un’Argentina più inclusiva e solidale.

Va sottolineato che durante il governo di Javier Milei la povertà in Argentina ha raggiunto il 49,9% della popolazione, circa 23 milioni di persone. Nel frattempo, l’indigenza è passata dall’11,9% nel 2023 al 12,9% nel terzo trimestre di quest’anno, secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio del debito sociale dell'Università Cattolica dell'Argentina (ODSA-UCA).

Seguel Alfredo è un ricercatore, fondatore di Mapuexpress e comunicatore di El Ciudadano che si occupa di popoli indigeni, ambiente e diritti umani.

Foto: El Ciudadano

Available in
SpanishEnglishPortuguese (Brazil)GermanFrenchArabicItalian (Standard)
Author
Seguel Alfredo
Translators
Alessio Coci, Monica De Martin Fabbro and ProZ Pro Bono
Date
14.01.2025
Source
El CiudadanoOriginal article🔗
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