Environment

Due pesi e due misure per il sistema di sorveglianza delle proteste

I dati rilevano una disparità di trattamento tra i pacifici attivisti per l’ambiente e i sobillatori dell’estrema destra.
Dati recenti rivelano una notevole disparità riguardante la sorveglianza e le conseguenze legali a cui vanno incontro gli attivisti per l’ambiente e i sobillatori dell’estrema destra nel Regno Unito, dove tra il 2010 e la metà del 2025, quasi 7˙000 manifestanti per il clima sono stati arrestati, con il 60% dei quali successivamente accusati.

Dati recenti pervenuti a Novara Media mostrano che i manifestanti per l’ambiente pacifisti sono sotto più stretto controllo rispetto ai sobillatori dell’estrema destra ed è molto più probabile che, in caso di arresto, siano accusati. Rivelazioni provenienti dalla polizia dell’area della Grande Londra ottenute, in accordo con la legge sulla libertà d’informazione, dall’ong investigativa Global Witness e condivise con Novara Media, mettono in luce come, tra il 2019 e la metà del 2025, siano stati arrestati quasi 7˙000 manifestanti per il clima a fronte di quasi 400 sobillatori di estrema destra.

Se questo è da considerarsi come diretta conseguenza di manifestazioni per il clima più frequenti, ad essere accusati sono stati il 60% degli attivisti e solo il 32% degli individui di estrema destra.

In seguito all’introduzione dei nuovi poteri della polizia nel 2022, si sono triplicate le probabilità che gli attivisti per il clima andassero incontro ad azioni legali dopo l’arresto. Questi, infatti, venivano accusati in circa il 75% dei casi, mentre gli agitatori di destra in meno del 25%. Eppure, gli attivisti per il clima erano arrestati prevalentemente per disobbedienza civile pacifica, mentre era più probabile che i manifestanti di estrema destra fossero detenuti per crimini violenti.

Nonostante un generale inasprimento da parte della polizia e del governo nei confronti dei manifestanti per il clima negli ultimi anni, i politici e i commentatori di destra hanno lamentato un sistema di sorveglianza “a due pesi e due misure” che, apparentemente, discrimina i manifestanti di estrema destra. Ma questa nuova analisi suggerisce che la vera disparità risiede tra la sproporzionata criminalizzazione dei manifestanti pacifisti per il clima e degli individui appartenenti all’estrema destra.

Ana Caistor Arendar, alla guida della campagna di Global Witness, ha dichiarato: “Questi dati rivelano un estremo sistema di due pesi e due misure nel sistema di sorveglianza delle proteste nel Regno Unito. La polizia sta reprimendo l’attivismo pacifico che chiede interventi per affrontare la crisi climatica, mentre mostra molta più tolleranza verso chi alimenta odio e violenza.

“Con l’aumento della crisi climatica, il governo dovrebbe ascoltare chi lancia l’allarme, non zittirli. Invece di reprimere le proteste pacifiche, il governo deve rispondere con l’urgenza che questa crisi necessita, mentre si è ancora in tempo per agire.”

Stop a Just Stop Oil

Il gruppo di attivisti per il clima Just Stop Oil è stato quello che ha maggiormente subito arresti e processi, con il 90% dei casi tra il 2022 e il 2025.

A partire dal 2019 l’attività di Just Stop Oil e del suo predecessore Extinction Rebellion, mirata a spingere il governo a dichiarare un’emergenza climatica, è diventata un pretesto per la polizia della Grande Londra per fare richiesta al governo di maggiori poteri nel contenimento delle proteste.

Alla fine, il governo conservatore ha avuto ciò che voleva con il Police and Crime Act del 2022, un documento “estremamente autoritario” che limita le proteste “inaccettabili”, nonostante l’opposizione ad opera del movimento di protesta “Kill the Bill” e di attivisti per le libertà civili.

Tale legge ha conferito alle forze di polizia nuovi poteri e ha criminalizzato le manifestazioni non violente, quali cortei, incatenamenti, blocchi stradali o “lievissimi” disagi alla popolazione.

L’analisi dei tassi comparativi di incriminazione dal 2022, quando sono stati adottati i nuovi poteri della polizia, dimostra che la differenza nei tassi d’imputazione tra i manifestanti ambientalisti e gli attivisti di estrema destra è diventata ancora più marcata.

Dei 2˙226 attivisti per il clima arrestati a Londra tra il 2022 e la metà del 2025 per aver partecipato a proteste pacifiche, circa i tre quarti (1˙640) sono stati successivamente imputati. Questo corrispondeva ad un tasso di incriminazione tre volte superiore rispetto a quello dei manifestanti di estrema destra arrestati nello stesso periodo. Questi ammontavano a trecentonove, e meno di un quarto (73) è stato poi imputato, nonostante fossero spesso coinvolti in violente agitazioni.

I tre principali illeciti per cui i manifestanti per il clima sono stati arrestati tra il 2022 e la metà del 2025 erano ostruzione di autostrade, disturbo delle principali infrastrutture nazionali e violazione delle condizioni di protesta imposte ai sensi della Sezione 12 del Public Order Act.

Di coloro che sono stati arrestati per questi tre principali reati, l’85% è stato poi imputato.

Al contrario, i tre reati più frequenti che hanno portato agli arresti dei manifestanti dell’estrema destra tra il 2022 e la metà del 2025 erano disturbo della quiete pubblica, violazioni delle condizioni di protesta imposte ai sensi della Sezione 14 dei Public Order Act e agitazioni violente. Il tasso di imputazioni per tali reati è stato appena del 12%.

Complessivamente, quasi metà (42%) degli attivisti per il clima arrestati a partire dal 2019 sono stati bersaglio delle leggi che permettevano alla polizia di imporre restrizioni alle proteste.

L’ong Just Stop Oil ha annunciato che all’inizio di quest’anno avrebbe “appeso i gilet catarifrangenti al chiodo”, dopo essersi trovata nel mirino di una crescente campagna di criminalizzazione che ha visto dozzine dei suoi membri condannati fino a cinque anni di carcere. Il gruppo ha dichiarato: “Abbiamo smascherato la corruzione alla base del nostro sistema legale, che protegge i responsabili di morte e distruzione mentre persegue chi cerca di ridurre il danno.”

Gli attivisti per il clima del Regno Unito hanno anche ricevuto alcune delle più pesanti condanne nella storia inglese moderna per aver protestato pacificamente. Si ricordi Lucia Whittaker de Abreu, che, unitamente ad altri quattro attivisti, ha affrontato azioni legali nel 2024 per aver partecipato ad una videochiamata Zoom per pianificare la scalata su una gru sull’autostrada M25.

La polizia dell’area della Grande Londra ha respinto una richiesta di accesso agli atti circa le misure adottate contro gli attivisti per il clima, adducendo la necessità di proteggere “la sicurezza nazionale e le operazioni di pubblica sicurezza” e affermando che: “confermare o negare l’adozione di misure di sorveglianza specifiche contro determinati gruppi o organizzazioni da parte della polizia dell’area della Grande Londra andrebbe a danneggiare le indagini coperte e comprometterebbe l’applicazione della legge”.

Alla polizia dell’area della Grande Londra e al Ministero degli Interni è stato richiesto un commento.

Simon Childs è redattore e reporter per Novara Media.

Foto: Un manifestante di Just Stop Oil arrestato a Londra nel novembre 2023. Photo: Martin Pope / SOPA Images/Sipa USA via Novara Media.

Available in
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Author
Simon Childs
Translator
Arianna Nuzzolese
Date
13.12.2025
Source
Novara MediaOriginal article🔗
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