Il Comune di El Maizal è situato all'ingresso della regione venezuelana di Los Llanos, tra gli stati di Lara e Portuguesa. Si tratta di uno dei comuni più consolidati del Venezuela: sul suo territorio vivono circa 3500 famiglie mentre vaste distese di terreni sono coltivate a mais o adibite al pascolo del bestiame. Vede inoltre l'attuazione di una serie di progetti produttivi.
Ángel Prado è il principale portavoce del Comune. Due anni fa ha vinto una difficile battaglia per diventare sindaco di Simón Planas, la circoscrizione amministrativa che comprende la maggior parte del territorio di El Maizal, oltre a quello di altri 11 comuni. In questa intervista, Prado racconta l'impegno profuso nel tentativo di coniugare il potere costituito con il progetto di lunga data di sviluppo del potere comunale.
Sicuramente El Maizal è noto ad alcuni nostri lettori. Potrebbe tuttavia darci una breve presentazione di massima del Comune?
El Maizal è un insieme di esperienze, pratiche, vittorie e sconfitte. Rappresenta tuttavia, prima di tutto, un programma e un progetto lasciatoci in eredità da Chávez, un programma che definisce chi siamo e come ci organizziamo.
El Maizal incarna lo stile di vita in comune, fondato sulla ricerca di metodi innovativi e approcci politici che portino alla creazione di un mondo migliore. È chiaro che si tratta di un nuovo modo di vivere non definito dalla logica del capitale, ma dal mettere in comune quello che c'è e garantire dignità per tutti.
El Maizal riunisce 27 consigli comunali e 2335 ettari di terreni comunali. Oltre a questo, è stato in grado di collegare il proprio operato con quello degli altri comuni di Simón Planas e dell'Unión Comunera, un'organizzazione a livello nazionale composta da oltre 50 comuni. Tutto questo è molto importante perché, come ha detto una volta Chávez, i comuni non possono rimanere isolati; se lo faranno, saranno divorati dal sistema egemone, che è capitalista.
Penso che El Maizal contribuisca in misura significativa alla nostra società e alla nostra classe, perché aderisce alla roadmap di Chávez. Ecco perché il nostro Comune - come molti altri - funge da faro, un esempio che ispira organizzazioni popolari in tutto il Paese ed anche nel resto del mondo.
I comuni sono qualcosa di più di semplici entità politiche: rappresentano un modello economico emergente basato su nuovi rapporti sociali. Potrebbe approfondire questo aspetto?
La battaglia contro il capitalismo si porta avanti su larga scala: si tratta di smantellare le norme esistenti, specialmente per quanto riguarda la proprietà. Ecco perché la proprietà collettiva dei beni, la collettivizzazione dei mezzi di produzione e, naturalmente, la distribuzione comunitaria del surplus sono così importanti.
Il nostro obiettivo finale è stabilire una cultura della proprietà comune che contrasti l'individualismo, che il capitalismo invece favorisce. Il nostro obiettivo è riunire le persone, organizzarci all'interno della comunità e per la comunità, proteggere i nostri mezzi di produzione, sempre tuttavia avanzando verso l'industrializzazione e la distribuzione diretta. In definitiva, miriamo al controllo dell'intero ciclo di produzione.
Attualmente, poiché siamo produttori primari, il surplus della nostra produzione comune è spesso catturato dal mercato capitalista. Si tratta di un problema serio, che sottolinea l'importanza dell'industrializzazione comunale.
Quello che sto dicendo non vale soltanto per il comune di El Maizal: l'industrializzazione è una necessità per tutti i comuni. Non conseguire tale obiettivo significa avere un'economia di sussistenza ai margini del sistema capitalistico esistente.
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la gran parte della sinistra, a livello mondiale, ha voltato le spalle al potere statale. Possiamo sostenere che Chávez abbia svolto un ruolo cruciale nel dare nuovamente spazio al concetto di "prendere il potere" all'interno del discorso della sinistra.
A Simón Planas, il movimento comunitario ha cercato un punto d'appoggio in uno spazio di potere istituzionale costituito: l'ufficio del sindaco. Lo ha fatto sostenendo la campagna che l'ha portato al successo nelle elezioni a sindaco. Perché era importante controllare tale istituzione?
Come chavisti e comunardi, miriamo a controllare le risorse esistenti e metterle al servizio del popolo, che, nel nostro caso specifico, significa assumere il controllo dei mezzi di produzione e delle istituzioni pubbliche della nostra circoscrizione amministrativa.
Mettere in comune terreni e mezzi di produzione gratuiti è qualcosa che non è nuovo per El Maizal, tuttavia, in tempi più recenti, siamo riusciti ad ottenere il controllo del Comune partecipando alle elezioni. Come Chávez, non ci tiriamo indietro davanti a tali contesti.
A seconda di chi lo controlli, un governo locale può essere di aiuto o di ostacolo nel conseguimento degli obiettivi comuni e noi lavoriamo duramente affinché il risultato sia il primo. Sull'esempio di Chávez, crediamo nella disputa attiva del potere: ovvero nel suo conseguimento per metterlo al servizio del popolo. Senza l'ascesa di Chávez al potere politico, l'operato del comune non avrebbe avuto esito. La sua leadership è stata fondamentale per favorire il progetto socialista e riaccendere le discussioni sull'utopia che perseguiamo.
Naturalmente, è importante che il potere non divori, ma sia invece messo al servizio del popolo. Nel nostro Paese, quando sia esercitato in modo rivoluzionario, il potere dello stato può trasformarsi in un catalizzatore per il progresso comunitario.
Chávez ha ripetutamente sottolineato che il Venezuela è ancora uno stato essenzialmente borghese. Il suo obiettivo come sindaco non è quello di rafforzare lo Stato borghese, ma creare le condizioni per il suo dissolvimento. Quali sono i pericoli e quali le opportunità, per Lei come comunardo, derivanti dall'impegno politico a livello statale?
Anche quando Chávez era vivo, all'interno dello stato era attiva una campagna per screditare il modello comunardo, dipingendolo come obsoleto, fallimentare o inefficiente. Si tratta di concetti tuttora in auge. Ecco perché consideriamo la nostra partecipazione al governo locale come un'opportunità per dimostrare che i comunardi sono in grado di portare avanti una gestione abile ed efficace delle istituzioni.
All'inizio abbiamo dovuto far fronte a molte sfide, dato lo scetticismo imperante. Siamo comunque riusciti a dimostrare di essere in grado, con la determinazione politica, l'adesione ai principi e un obiettivo chiaro, di amministrare in modo efficiente l'apparato del governo comune, ponendolo al servizio del popolo. Per noi si tratta di uno strumento, ma il vero catalizzatore della trasformazione sociale rimane, tuttavia, il movimento comunitario.
E comunque, esistono potenziali insidie e pericoli. Se interpretassimo cioè l'ufficio del sindaco come il punto focale della politica, falliremmo come rivoluzionari e chavisti, poiché abbandoneremmo quello che dovrebbe essere il fulcro della nostra vita politica ed economica: il Comune.
L'amministrazione da Lei portata avanti in qualità di sindaco di Simón Planas si è dimostrata molto efficace. Le istituzioni comunali hanno risolto numerosi problemi legati a infrastrutture, sanità e istruzione. Malgrado si tratti di risultati lodevoli, in che modo contribuiscono nei fatti al conseguimento dell'obiettivo strategico del socialismo comunitario?
Dall'Ufficio del Sindaco, abbiamo attivamente promosso dibattiti, referendum e processi decisionali collettivi. In altre parole, la consultazione è parte integrante della nostra forma di governo, che dovrebbe essere ogni giorno più comunitaria.
Un anno fa, per esempio, abbiamo organizzato un referendum sul bilancio partecipativo. L'obiettivo principale era l'eliminazione di ordinanze cittadine obsolete, in vigore da oltre due decenni, che ostacolavano la nostra capacità di bilancio, legislazione oltre che di governo in collaborazione con il popolo. Il referendum aveva diversi obiettivi specifici: volevamo riassegnare all'utilizzo per opere pubbliche i fondi una volta controllati da alti funzionari, e volevamo, inoltre, aprire alla partecipazione popolare processi decisionali cruciali.
Il referendum è stato un successo. C'è stata una grande partecipazione che ha aperto la strada a un nuovo modello di governance nel quale risorse, informazioni e decisioni non sono più nelle mani di pochi eletti. Ora la comunità partecipa alla direzione politica ed economica di Simón Planas, rafforzando così l'organizzazione comunale.
Alcuni dei compagni con cui abbiamo parlato dicono in proposito che il "governo comunale" dovrebbe alla fine sostituire l'Ufficio del Sindaco. Ma cos'è esattamente un "governo comunale" in questo contesto?
Fondamentalmente, un governo comunale è il governo del popolo e per il popolo. Si materializza quando la comunità decide collettivamente cosa deve essere fatto e partecipa attivamente alla sua pianificazione ed esecuzione. Un governo comunale opera con autonomia, sovranità e la libertà di prendere decisioni senza vincoli istituzionali.
Ispirandoci alla visione di Chávez, il nostro obiettivo è dissolvere le vecchie istituzioni, quali il governo municipale, e sostituirle con spazi autogestiti e pienamente impegnati nel trasformare la società in una proprietà comune.