GSW: Molti in India paragonano il governo di Modi a quello del Generale Zia. Sostengono che Modi sta convertendo l'India all’induismo, allo stesso modo in cui Zia convertì il Pakistan all’Islam. Ma in che misura Jawaharlal Nehru e Zulfikar Ali Bhutto, considerati liberali, hanno predisposto il terreno per il Generale Zia e Modi?
TA: Sono d'accordo. Vede, il Congresso Nazionale Indiano ha avuto innumerevoli opportunità per concentrarsi e lavorare sull'istruzione e sulla salute in un modo che avrebbe unito il Paese. Solo alle persone abbienti sarebbe stato consentito di non studiare, ma si sarebbero dovuti creare dei piani per garantire a tutti l'accesso all’istruzione, sia nelle proprie lingue native (punjabi, bengali, tamil ecc.), che in inglese. Ma questo è stato attuato solo per i funzionari pubblici e politici, non per le persone comuni.
Il Congresso avrebbe anche dovuto fare una campagna congiunta contro il sistema delle caste, ma la leadership del Congresso era composta da persone che la pensavano diversamente. Nehru era una persona istruita, con un orientamento liberale, secolare e democratico. Ma Gandhi aveva la sua discutibile prospettiva e politica delle caste. Le persone associate a Sardar Vallabhai Patel erano, in misura diversa, induisti estremisti con la stessa ideologia del RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh). A causa di persone come queste, il Congresso non ha contrastato le caste. Avrebbero potuto, e dovuto, creare scuole in cui studenti di origine sikh, indù, musulmana e dalit apprendevano insieme da insegnanti diversi, creando così diversi effetti, ma hanno scelto di non farlo. Giustamente, B.R. Ambedkar, che ha contribuito in maniera importante alla stesura della costituzione indiana, ha più volte consigliato a Jinnah di creare il Pakistan se non voleva essere mangiato vivo dai bramini.
Nehru aveva anche promesso a Sheikh Abdullah, il "leone del Kashmir" che ci sarebbe stato un referendum e che i kashmiri avrebbero deciso il loro stesso futuro. Anche questo però, non è mai accaduto. Ogni volta che Abdullah chiedeva informazioni a Nehru sulle tempistiche del referendum, veniva arrestato. Nehru ha contribuito largamente a creare confusione. Successivamente, sua figlia Indira Gandhi dichiarò lo Stato di Emergenza, che portò a diversi arresti, alla sospensione delle libertà civili e addirittura a una campagna di sterilizzazione per contrastare la povertà, anche se in realtà gli obbiettivi erano i dalit e i musulmani. All'epoca, le persone portavano avanti slogan come “Nasalbandi ke teen dalaal Sanjay, Indira, Bansi Lal”: i tre centri di sterilizzazione, Sanjay, India e Bansi Lal. Questa campagna ha messo fine alla povertà? Certo che no.
In un certo senso, tutto questo ha creato le condizioni per l'ascesa di Modi. L'ascesa della destra è anche un fenomeno globale, ma la differenza è che il RSS c'è sempre stato. Nonostante si insistesse sul fatto che l'assassino di Gandhi, Nathuram Godse, non fosse un membro del RSS, lo stesso Godse dichiarò invece di esserlo. Circa 20 o 30 anni fa, il fratello, Gopal Godse, rilasciò un'intervista in cui gli venne chiesto "è rammaricato dal fatto Gandhi sia stato ucciso da suo fratello?". Rispose che era una cospirazione comune e che non aveva rimpianti. Tutto questo accadeva in India, davanti agli occhi di tutti.
Cosa stava facendo il Congresso nel frattempo? Guadagnava, si corrompeva e opprimeva gruppi come i sikhs, i musulmani e i dalit. Molti dei loro leader erano amici e parlavano privatamente con i membri del RSS. Seppur sia vero che li hanno arrestati, è vero anche che si sono occupati della loro sistemazione in carcere. Il Congresso non è riuscito a trasformarsi in un partito laico. Il problema si è creato dopo che Gandhi si ispirò alla mitologia induista per sostenere il Ram Raj, e rese centrali dei simboli induisti nella politica del Congresso. Coloro che consigliarono al partito di non intraprendere questa strada, ma anche altre persone progressiste dell’intellettualità sikh, musulmana e indù, si unirono al Partito Comunista indiano. Ecco perché, dopo il 1947, i comunisti erano gli unici oppositori del Congresso.
Non dobbiamo dimenticarci l’importanza di questa pagina di storia. I comunisti hanno aiutato tantissimo gli agricoltori e molti altri, aiuti resi però vani da Nehru in luoghi come Hyderabad, dove sono state uccise migliaia di persone. Nehru e il Congresso non avrebbero dovuto essere idealizzati. Le loro opinioni riguardo la posizione dell'India nel contesto globale erano in parte accettabili, ad esempio il fatto che l'India dovesse essere sempre indipendente e mai di parte, ma non furono mai lungimiranti, se non nell'arte di creare slogan.
GSW: Prima ha menzionato che i britannici avrebbero potuto ritardare la spartizione di un anno, così da evitare la violenza, ma non l'hanno fatto. Pensa che lo Stato britannico debba scusarsi apertamente per la violenza durante la spartizione?
TA: Si scuseranno perché non è una cosa difficile da fare, ma non andranno oltre, non offriranno indennizzi o risarcimenti per la violenza, ad esempio. I kashmiri potrebbero chiedere un risarcimento sulla base delle atrocità contro la loro popolazione in India, ma non lo otterrebbero. L'India non farà mai nulla di simile. Il generale Musharraf si è scusato con i bengalesi, ma a cosa è servito? Dalle scuse non si trae nessun beneficio.
Supponiamo che i britannici si scusino. Accetteremmo le scuse? Perché delle scuse dovrebbero giustificare la violenza, la sofferenza e la povertà causate dal colonialismo?
GSW: Quindi, cosa dovrebbe succedere? Se non ci saranno indennizzi tra la Gran Bretagna e l'India/Pakistan, ci potrà comunque essere una riconciliazione tra i Punjabi da entrambe le parti della spartizione?
TA: Entrambe le nazioni devono riconoscere che nella spartizione hanno perso la vita tra gli 1 e i 2 milioni di persone. Non abbiamo le cifre esatte perché alcuni corpi sono stati bruciati e la loro morte non è stata documentata. Nessuno si è preoccupato dei cadaveri delle persone povere. Le persone viaggiavano su autobus (i sikh verso l'Hindustan e i musulmani verso il Pakistan) che spesso venivano bruciati. Nessuno ha registrato il numero delle persone su quegli autobus. Ma in tutto, si stima che siano morte tra gli 1 e i 2 milioni di persone.
Sostengo che ci dovrebbe essere un enorme monumento al confine di Wagah per commemorare la spartizione. I nostri artisti dovrebbero unirsi e costruirlo, e tutti dovrebbero poter andare a rendere omaggio, pregare e leggere poesie durante le giornate del 14 e del 15 Agosto. Dovrebbero recarsi lì per capire che una cosa simile non deve accadere mai più. Sarebbe molto importante.
GSW: Concordo. Nel Punjab orientale, questa preoccupazione è stata sollevata più volte quando Navjot Singh (un politico indiano del Punjab) fece visita a Kartarpur Sahib (nel Punjab pakistano), e molte famiglie vennero riunite. Pensa che simili iniziative siano la strada giusta per riunire le due regioni?
TA: È un'iniziativa molto positiva. Dev'essere fatto tutto il possibile.
Un altro gesto in questa direzione è lo sforzo di commemorare il rivoluzionario anticolonialista Bhagat Singh a Lahore. È un peccato ed è estremamente triste che in città non ci sia una statua che lo raffiguri. Ed è anche motivo di vergogna il fatto che Gandhi non abbia minimamente provato a salvare la vita di Bhagat Singh e dei suoi compagni. Se avesse voluto, avrebbe potuto fare qualcosa. Gandhi aveva potere, ma comunicava a malapena con Lord Wavell. Come noto, Bhagat Singh e i suoi compagni vennero uccisi nella prigione di Lahore, che si trovava a Jail Road, ed era a soli 10-15 minuti in bicicletta da dove abitavo io. Adesso, la prigione è stata demolita, ma quando eravamo al college, gli studenti conoscevano la storia Bhagat Singh e andavano a trovarlo.
Una volta, qualcuno mi disse che l'ex Primo Ministro del Pakistan Nawaz Sharif, che non è affatto progressista, consigliò di installare una statua in memoria di Bhagat Singh. Ma poi i maulvis si lamentarono. Chi erano loro per opporsi? Prima del 1947, i maulvis del Pakistan si opposero alla divisione, non combatterono contro gli imperialisti, e non contribuirono nemmeno alla creazione del Pakistan. Molte persone fanno visita al luogo natale di Guru Nanak Dev Ji come pellegrinaggio religioso e molti verrebbero anche a Lahore se ci fosse una statua di Singh.
GSW: Un'altra proposta pare essere quella di aprire il commercio nella regione del Punjab lungo il confine di Wagah, specialmente considerando che si tratta di una regione agricola. Molte persone affermano che il commercio è già attivo attraverso Mumbai e Karachi, ma non attraverso Wagah. Pensa che si dovrebbe fare? Pensa che sia possibile convincere i governi di entrambe le parti ad aprire il commercio attraverso Wagah?
TA: Nawaz Sharif, che critico molto, sosteneva una cosa giusta: che il commercio dovrebbe essere aperto a Wagah da entrambi i lati. Nawaz Sharif sperava anche che l'aeroporto venisse aperto all'est del Punjab, e propose anche che, se qualcuno avesse voluto passare dai quattro aeroporti in Pakistan, la domanda sarebbe stata fatta all'arrivo. Anche il General Musharraf era d'accordo. Ma dal nostro lato, ci sono alcune persone, specialmente nell'esercito, che nel profondo non vogliono questo cameratismo transfrontaliero. Perché? Ci sono molte ragioni, come per esempio gli avvenimenti del Kashmir o le azioni intraprese del governo Modi verso i musulmani in India. Ci sono molte ragioni per le quali non si può essere amici con quel tipo di nazione.
Ma non dovrebbe essere una questione di amicizia. Le nazioni commerciano tra di loro, senza necessariamente essere d'accordo su ogni questione. Si potrebbe almeno aprire lo scambio in modo che le persone si possano riunire. Molti indiani che originariamente provenivano da Lahore sostengono che, quando sono tornati, sono stati accolti calorosamente e che ricordavano quando i loro nonni e bisnonni abitavano li. Quando tornano alle loro vecchie case, i nuovi proprietari offrono tè e biscotti senza curarsi della loro religione e si commuovono ricordando le parole dei loro nonni. Questo accade spesso, quindi perché non dovrebbe essere istituzionalizzato? Aprire il commercio e installare la statua di Bhagat Singh è un modo per far andare avanti le cose.
Ma Modi è contrario anche a questo. Non permette alle persone dell'India e del Pakistan nemmeno di giocare a cricket insieme, figuriamoci di commerciare.
GSW: Abbiamo notato che non si tiene un incontro del SAARC (Associazione sud-asiatica per la cooperazione regionale) dal 2014. Si sarebbe dovuto tenere a Islamabad nel 2016, ma poi è avvenuto l'attacco di Uri. Da allora, il SAARC è praticamente inattivo. Alcuni pensano che l'ideologia delle due nazioni del subcontinente non porterà la pace nell'Asia meridionale. Cosa ne pensa lei delle prospettive di pace nella regione?
TA: Espandere la SAARC è stato un mio desiderio per tanti anni: dovrebbero essere firmati trattati di pace antiguerra e via dicendo. Si sarebbero potute fare molte cose, ma la situazione si è complicata. Lashkar-e-Taiba ha attaccato Mumbai. Molti dissero che le squadre di cricket del Pakistan e dello Sri Lanka furono attaccate dal RAW (Research and Analysis Wing), ma devo ammettere che in Pakistan è raro che i jihadisti prendano di mira le squadre di cricket, perché, come altri Paesi, amano questo sport.
Per la pace regionale, abbiamo bisogno di politici che abbiano autorità nel proprio Paese. Modi ha molta autorità, ma non agirà. C'è bisogno di un governo di coalizione contro Modi, ma non sono sicuro che ne nascerà uno a breve. Non possiamo nutrire speranze verso il Congresso, e i familiari di Gandhi e Nehru dovrebbero essere rimossi. In Pakistan, il Partito Popolare Pakistano ha perso terreno, tranne in Sindh. La coalizione contro Modi dovrebbe parlare con le persone e far capire loro che fare pace e amicizia col Pakistan, giocare a cricket e commerciare, rappresenta un vantaggio per tutto il subcontinente. Abbiamo bisogno di politici in India e Pakistan che si facciano sentire, che dicano la verità e che questa è la direzione verso cui vogliamo che vadano entrambi i Paesi. Staremo a vedere chi saranno questi politici progressisti. Non so in che modo nascerà questa leadership, ma nascerà di sicuro.
GSW: Vede del potenziale o una crescita nella nazione punjabi? Prima ha menzionato Waris Shah e Amrita Pritam, autrici che le persone leggono da entrambi i lati della divisione. Crede che l'identità nazionale punjabi esista al di là della religione?
TA: Assolutamente si, senza ombra di dubbio. Per esempio, nella lingua: entrambi stiamo parlando in punjabi proprio ora. Una volta sono andato a Delhi per un'intervista per un giornale e si è parlato in punjabi. Se escludiamo Allah, ci sono molte similitudini lungo il confine. Dal momento in cui ha sollevato la questione della nazionalità, questo significa che il punjabi può essere unito, ma in realtà, in questo momento è solo una fantasia. Ci possiamo unire informalmente, si possono fare molte cose.
GSW: Prima ha citato splendidamente alcune righe della poesia di Amrita Pritam’s. Ci sono altre vecchie poesie o canzoni che piacciono molto in Pakistan?
TA: Quella generazione sta scomparendo, ma una cosa positiva è che grazie a Internet, vecchie poesie stanno ritornando. La maggior parte della nuova generazione ascolta, tra gli altri, Faiz Ahmad Faiz.
GSW: Quando ha menzionato "Hum Dekhenge", mi è sorta una domanda. Ha assistito a molte cose nella vita, come i sogni e le possibilità radicali degli anni '60, svaniti nei decenni successivi. Quando riflette su tutto ciò che è successo, quali speranze vede per il futuro?
TA: Molte persone sostengono che i '60 siano stati gli anni d'oro. Ma in realtà gli anni d'oro non ci sono mai stati. All'epoca, nessuno concepiva quell’età come un’età d'oro. Il periodo d’oro, quella fiducia nella trasformazione dovrebbe essere nel cuore, sempre. Se non vive nei nostri cuori, o se li abbandona, allora non c'è più niente.
Abbiamo un poeta che scrive anche in punjabi Habib Jalib: "Aise Dastoor ko, Subah benoor ko main nahi janta main nahi manta (Rifiuto questa tradizione, rifiuto questa triste alba)". Queste due righe dovrebbero essere pronunciate anche in India, Pakistan, Bangladesh, e Sri Lanka. Questi versi che scrisse per il Vietnam "eh dunia k sarparasto khamosh kyu ho, bolo insaniyat ki pakah hai veitnam jal raha hai (Ehi, leader di tutto il mondo, perché state in silenzio? È l'umanità che chiama, il Vietnam sta bruciando)” oggi potrebbero essere riformulati come: "Pakistan jal raha hai, Kashmir jal raha hai, Palestine jal raha hai, and Dunia k sarsparsto khamosh kyu ho? (Il Pakistan sta bruciando, il Kashmir sta bruciando, la Palestina sta bruciando, perché i leader mondiali rimangono in silenzio?)” Il potere della poesia è magico. Ha un effetto sulle persone che non capiscono la politica né ne sono amanti. Senza la poesia, la politica non può andare avanti.
Gurshamshir Singh Waraich (@gurshamshir) è un giornalista video nella regione del Punjab.
Foto: 1947: i Sikh migrano nel Punjab indiano. Punjab Partition Forum via Jamhoor.